VIANDANTE LUNGO I BORDI

UNA NOTTE CON FABRIZIO FERRARO. Una notte di UNWANTEDseries

Sabato 6 marzo dalle 0.15 alle 6.30 su Rai Tre Fuori Orario – cose (mai) viste

LA VEDUTA LUMINOSA   — PRIMA VISIONE TV —

(Italia/Spagna, 2021, colore, dur., 90’02”)

Regia, fotografia, montaggio: Fabrizio Ferraro
Produzione: Marta Reggio, Fabrizio Ferraro, Marcello Fagiani con Luis Miñarro, Eddie Saeta, RAI Cinema
Con: Alessandro Carlini, Catarina Wallenstein, Freddy Paul Grunert
Il film, co-prodotto da RAI Cinema, è presentato da Fuori Orario in collaborazione con Boudu-Passepartout in prima assoluta per l’Italia in contemporanea con il Festival di Berlino 2021, dove il film è nella selezione ufficiale della sezione “Forum”. La veduta luminosa è il secondo film del progetto sugli “unwanted” di Fabrizio Ferraro e fa seguito a Gli indesiderati d’Europa.
Mr Emmer, un regista scomparso da tempo, viene ritrovato da Catarina, l’assistente di un produttore assente. I due partono in auto verso Tubinga, inoltrandosi nella Foresta Nera alla ricerca dei luoghi di Friedrich Hӧlderlin, in un viaggio preparatorio per un mai abbandonato progetto di film sul poeta. Ma le cose non vanno secondo i piani del produttore e durante il viaggio le ispirazioni si rivelano un ostacolo alla realizzazione di qualsiasi opera. Un canto d’amore per la Natura sofferente.
“Con la veduta luminosa abbiamo affrontato l’Hölderlin che accetta l’assenza di attrazione per il fuoco divino e vede il voltarsi obbligato degli umani per una natura non più casa divina. […] Noi lo abbiamo odorato e sentito nella foresta: quel qualcosa dall’impossibile comprensione: la vita immediata che sfugge mentre si cerca di contenerla. E questa fuga, che canta una concretissima presenza astratta, è proprio un’arte, l’arte della fuga. […]” (Fabrizio Ferraro)

SENTIRE LA LUCE, ASCOLTARE LE VOCI – INCONTRO CON FABRIZIO FERRARO

(Italia, 2021, colore, dur., 30’ circa)

A cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto
Una conversazione con Fabrizio Ferraro sul suo cinema e sulla sua personale e originale ricerca di una lingua e una visione differenti. Fuori Orario ha seguito il cinema di Ferraro dagli esordi e negli anni ha programmato tutti i suoi film.

GLI INDESIDERATI D’EUROPA

(Italia/Spagna, 2018, b/n., dur., 112’50”, v.o. sottotitoli italiani)

Regia: Fabrizio Ferraro
Con: Euplemio Macrì, Catarina Wallenstein, Marco Teti, Pau Riba, Vincenc Altaió, Bruno Duchêne, Raphaêl Bismuth-Kimpe, Marta Reggio
Primo film del progetto di Fabrizio Ferraro sugli “unwanted”, gli indesiderati che galleggiano sulle linee di confine europee con i loro cammini di viandanti.
Catalogna. Pirenei Sud-orientali. Gli elementi naturali di un paesaggio minerale. Lungo la “Route Lister”, nel febbraio del 1939 avanzano lentamente i profughi della Guerra civile spagnola. Tra di loro tre miliziani antifascisti. L’anno successivo un altro gruppo di “indesiderati” attraversa il medesimo sentiero ma in direzione opposta. È la popolazione degli antifascisti europei, stranieri ed ebrei in fuga dalla Francia occupata e “collaborazionista”. Walter Benjamin è uno di questi.
“Arriva sempre il momento in cui si chiede di scrivere qualcosa al presunto autore dell’opera, poi in un film in cui si cammina e cammina sui sentieri oscuri della storia Europea… Ma quando sopraggiunge quel certo silenzio, forse qualcosa, durante la lavorazione del film, è veramente accaduta. Non serve   scrivere tante parole, le parole forse non vanno cercate ma bisognerebbe farle. E così quello che riuscirò a vedere sarà sempre un’immagine del passato, miliardi di fotoni luminosi che giungono dal passato. E così arrivò la luce e il sentire divenne vivente”. (Fabrizio Ferraro)

CHECKPOINT BERLIN                

(Italia 2019, col. e b/n, dur., 66’14”, v.o. sottotitoli italiani)

Regia: Fabrizio Ferraro
Con: Alessandro Carlini, Marcello Fagiani, Fabio Fusco, Marta Reggio, Caterina Gueli, Freddy Paul Grunert
Un regista si trova a Berlino per la proiezione di un suo film. Camminando per la città riflette sul Muro e sull’esperienza leggendaria di un suo parente, uno zio mai più ritrovato, dissennato per amore e divenuto da quel momento passeur tra le due zone della Germania divisa.
“Anche in Checkpoint Berlin c’è una persona che decide, per svariati motivi, di non prendere posizione, di non scegliere tra due sistemi di potere, Est/ovest, ma di essere parte attiva, “vivente”, di una ferita storica. Il protagonista del film sceglie consapevolmente di “farsi muro”, di affacciarsi simultaneamente sulle parti in lotta, di essere allo stesso tempo interno ed esterno, per non cadere nelle trappole del proprio tempo, nei suoi crimini, sempre giustificati dalla verità ufficiali”. (Fabrizio Ferraro, da un’intervista di Valerio Carando)

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